CONSONANCE DROPLET 5.0

La Opera Audio è una azienda di Pechino che opera nel settore hifi da 12 anni. La sua speciliazzazione da sempre è rappresentata nella produzione di finali a tubi e CDP. E' stata fondata da Mr. Liu Zhaohui che ne è anche il capo progettista.

La ditta si è specializzata nella costruzione di amplificazioni a valvole e in seguito di CDP, sulla falsariga di molti altri costruttori cinesi, conosciuti anche in occidente.

Nel corso degli anni Opera Audio si è distinta per il design raffinatissimo dei suoi prodotti associato a circuitazioni spesso molto raffinate, fino a divenire uno dei marchi più prestigiosi del Made in China nel campo hifi, con una produzione che ora offre anche diffusori e accessori. Dal 2004 per differenti richieste di mercato l'Opera Audio ha differenziato le sue linee di produzione per i prodotti indirizzati all'esportazione e per i prodotti creati per il mercato interno sempre più fiorente, come ben sappiamo.

La linea Consonance è la più prestigiosa e al suo interno i prodotti Droplet rappresentano la punta di diamante di ciò che la casa propone a livello di prodotto senza compromessi sia come tecnologia che come prezzi. Alla linea Droplet appartengono, al momento, un Giradischi e un CDP il 5.0 oggetto del presente test di ascolto.

UTILIZZO

L'apparecchio ha un aspetto bellissimo che ricorda le forme arrotondate del Giradischi della stessa serie Droplet. Molto pesante, siamo oltre i trenta chilogrammi, è un tripudio di legno e alluminio con una finitura ai massimi livelli possibili, ben oltre la fascia di prezzo di appartenenza. Più da appoggiare dentro un rack appare come uno splendido oggetto di design che può far bella mostra di sé nel nostro salotto: sia chiaro, l'estetica "non suona" ma, vivaddio, anche l'occhio vuole la sua parte….

La meccanica è di derivazione Sony a carica dall'alto ed è dotata di un clamp magnetico per l'ancoraggio perfetto dei CD.

Tecnicamente si tratta di CDP oversampling, senza HDCD, la cui caratteristica peculiare è lo stadio di uscita a valvole e anche qui abbiamo una particolarità dal momento che i tecnici di Pechino hanno optato per le meno usuali Sovtek 6H30, variante più "potente" delle 6922, fortemente acclamate dalla americana BAT per i suoi prodotti e inserite da Audio Research nel loro Preamplificatore di Alta Gamma Reference 3, in luogo di tubi più classici tipo le E81CC o le E83CC usate nel DIGICODE della Lector con cui l'ho confrontato e nel Jas Audio presentato più avanti.

L'apprecchio dispone di uscite sia bilanciate che sbilanciate e di un'uscita coassiale per l'uso come trasporto in associazione con un DAC esterno.

L'uscita a valvole comporta la necessità di un adeguato periodo di riscaldamento per il CDP, che dà il meglio di sé non prima di almeno un'ora dalla sua accensione, pena uno scarto di qualità notevole nell'ascolto ( mi è capitato per caso di dimenticare una sera il CDP acceso e di riascoltarlo la mattina successiva e ho notato un ulteriore miglioramento del suono tanto che se non fosse per il calore che produce e per l'inevitabile usura delle 6H30 consiglierei di non spegnerlo mai per ottenere le migliori prestazioni possibili ).

Come hanno fatto notare altri recensori vi è una cosa che colpisce nell'utlizzo del Droplet: la logica della lettura del TOC. In genere quando si usa un CDP si infila il CD nel platorello si preme il tasto "PLAY" e tutto funziona, non così con il Consonance: piazzato il CD nel suo alloggiamento e premuto il tasto play non accade nulla o meglio il CDP legge il contenuto del dischetto ma attende un nuovo comando per partire nella lettura e conseguentemente nel suono. E' un approccio non intuitivo che pur nulla avendo a che vedere con il risultato all'ascolto mi ha lasciato un po' perplesso così come una certa lentezza nel riconoscimento del TOC nei CDR. Appofondendo la questione con i tecnici della Opera Audio ho scoperto che internamente vi è uno switch che consente di far funzionare in maniera "usuale" il CDP senza la necessità di premere due volte il Play per poter ascoltare la musica, mi sono permesso di caldeggiare questa soluzione rispetto a quella con cui il Droplet mi è stato invaito come setup di default. Questo comportamento infatti, pur non avendo alcuna influenza sul suono, è ulteriormente "strano" se andiamo a vedere ciè che offre l'apparecchio in termini di ascolto: un comportamento di gran classe che rende l'aspetto funzionale ancor più incomprensibile, ma tanto di gran classe da fare alla fine dimenticare certi aspetti non "immediati" del suo utilizzo, almeno nella versione che ho potuto testare.
Un'ulteriore piccola osservazione d'uso, prima di addentrami nelle note di ascolto: il bellissimo telecomando del Consonance "comanda" anche il Lector e il vecchio telecomando italiano attiva il CDP Cinese , la cosa mi ha colpito trattandosi di meccaniche diverse, una Sony l'altra Philips e fatto sorriddere in quanto nell'alternanza degli ascolti tra un lettore e l'altro puntanto un telecomando verso il rack dove erano posti l'uno su un piano l'altro su un altro, i due CDP rispondevano all'unisono....

Ci troviamo di fronte, e qui la differenza con il Leonardo diventa notevole, ad un apparecchio con un " carattere " ben definito: suono potente, molto brillante con una leggera esaltazione, rispetto al riferimento, della regione medio bassa dello spettro audio.

Pur con una ricostruzione della scena acustica meno profonda del riferimento ci troviamo di fronte ad un suono molto coerente nella ricostruzione dell'evento musicale, il Droplet non lascia indifferenti merito probabilmente dell'uscita a valvole che addolcisce il suono senza per altro far perdere analiticità nella riproduzione di interpreti e strumenti.

La resa della voce è molto calda e ricca di armoniche, l'effetto "materico" è tangibile e gli interpreti si stagliano in un fronte sonoro ampio restituito con precisione e ricchezza di dettagli.

Rispetto al Lector non credo si possa parlare di suono "inferiore" ma di suono "differente" e conseguentemente la scelta tra i due CDP risulta molto difficile ed è la prima volta che mi è accaduto confrontando un concorrente con il duo vintage di Romagnoli. Mai mi era successo di avere la voglia di chiedere all'importatore una quotazione per inserire stabilmente il nuovo venuto nel mio impianto di riferimento, eppure stavolta è successo e credo sia il più bel complimento che posso fare a chi ha prodotto questa macchina da musica, questo esercizio di stile maturo e pensato. La decisione finale di tenere ancora i Lector è correlata probabilmente ad una questione di abitudine di ascolto e forse ad una naturalezza ed ariosità maggiori seppur di pochissimo nel duo pavese rispetto al campione made in Bejing. Credo che altri avrebbero fatto una scelta diversa e credo lo avrebbero potuto fare a ragion veduta, per una questione di "gusto" all'interno di una griglia di comportamento musicale diversa ma sostanzialmente di pari classe e non mi pare poco viste le tante macchine anche di prestigio che non hanno al mio orecchio retto il confronto con il suono dei Lector.

Il Droplet ha un suono " grande ", per nulla faticoso molto coinvolgente, si potrebbe definire un suono "analogico" lontano anni luce dalla dettagliata asetticità di certi CDP di gran pregio ma per me di poca anima, sembra di ascoltare il vinile riprodotto da un ottimo giradischi, mi viene in mente un Linn o il mio AR per la loro resa generosa e realistica, per fare un paragone.. e non mi pare poco.

L'ottima resa dinamica lo rende una prima scelta per gli amanti della musica orchestrale così come per gli amanti del rock, ciò che concede al riferimento in termini di raffinatezza del fraseggio musicale nella riproduzione di una piccola ensamble barocca, lo riprende quando si tratta di riprodurre i transienti più dinamici e carichi di energia di un basso elettrico o di un pieno orchestrale, resi con un realismo che mi era successo raramente di ascoltare da una fonte digitale, regardless the price.

Ottimamente costruito, bellissimo a vedersi il Droplet è soprattutto un oggetto da musica dal suono personale e raffinato come solo gli apparecchi di razza possono avere.

Non si tratta di un oggetto a buon mercato, siamo sull'ordine dei 2600 Euro di listino, e non potrebbe essere altrimenti vista la qualità costruttiva e la raffinata componentistica utlizzata.

Se la Opera Audio voleva dimostrare ciò che sapeva fare per la realizzazione di un CDP di riferimento nella fascia di prezzo tra i 2000 e i 3000 Euro credo abbia, con questo Droplet 5.0, dimostrato di avere tutte le carte in regola per competere con marchi forse più blasonati ma certamente non meglio suonanti e con macchine anche di categoria economica molto superiore.

Non un compitino ma una tesi di laurea nel campo della riproduzione digitale, altamente raccomandato, per un attento ascolto, a tutti gli amanti del buon suono…..

SCHEDA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA IN COMPARAZIONE CON RIFERIMENTO

Consonance Droplet 5.0

+5

0 = parità

-5
1

 Chiarezza/Articolazione/Velocita'

Molto dettagliato

 Molto velato

2

 Risposta ai transienti

Come dal vivo

 Conpressa

3

 Spazialità

Arioso

-1

 Scatolato

4

 Messa a fuoco dell'immagine virtuale

Puntiforme

-1

 Diffusa

5

 Dimensione del soundstage

Allargata

-1

 Stretta

6

 Profondita' scena acustica

Profonda

-1

 Poco profonda

7

 Altezza scena acustica

Aumentata

 Compressa

8

 Ambienza

Dettagliata

-1

 Povera

9

 Medio / Voce

Definito

-1

 Opaco

10

 Alte frequenze

Morbide

-1

 Dure

11

 Frequenze Medio-basse

Frenate +1

 Poco controllate

12

 Basse frequenze

Frenate +1

 Poco controllate

13

 Riproduzione messaggi complessi

Articolata

 Confusa

14

 Accuratezza / Fedelta'

Rivelatore

 Eufonico

15

 Coinvolgimento emozionale

Persi nella musica -1

 Desiderio di spegnere

16

 Timbrica

Naturale

 Artificiale

17

 Funzionalità

Ottima -2

 Mediocre

18

 Risoluzione a bassi livelli

Naturale

 Compressa

19

 Qualità costruttiva

Alta +5

 Bassa

20

 Rapporto Qualita' / Prezzo

Ottimo -1

 Scarso


Con la collaborazione dell'importatore in versione " mediatore culturale " ho potuto porre alcune domande al proprietario dell'Opera Audio, Liu Zhaohui

DOMANDA: A cosa vi siete ispirati per il design così particolare di questo CDP?

RISPOSTA: E' ispirato da una goccia d'acqua su di una tavolo, naturalmente bella e stabile Così abbiamo disegnato il Droplet sposando perfettamente metallo, legno e pietra in una costruzione a strati, provando a sorprendere le persone nella stessa armoniosa maniera con la quale lo fa la musica. Il risultato non ci pare male.

D: Come si colloca la serie Droplet all'interno dei vostri prodotti?

R: Al top di gamma, è la linea portabandiera e noi pensiamo possa rivelare al massimo lo spirito origianle e artistico della musica.

D: Quale è la vostra filosofia costruttiva?

R: Oltre all'interesse nel risultato e non nella tecnologia Opera Audio sempre cerca la riproduzione sonora semplice e naturale nella massima qualità possibile, con questa idea in mente abbiamo progettato i nostri apparecchi da sempre. L'interesse del pubblico ( specie orientale NdR ) per i diffusori ad alta efficienza ci ha portati ad accelereare la realizzazione di amplificazioni a valvole che si interfacciano al meglio con tale tipologia di casse.

D: Mi può dire qualcosa a proposito dello "strano" comportamento del CDP rispetto all'avvio del suo funzionamento?

R: Il Droplet nasce con una filosofia dell'ascolto ben lontana dalla frenesia moderna. Come per il preriscaldamento, anche la lettura del TOC rimarca la propria presenza. Il CDP non cerca la praticità e velocità delle prestazioni, anzi esige il suo cerimoniale iniziato con il con una lenta accensione e, cosa ancora più evidente, con il caricamento manuale dall'alto. In questa sequenzialità di passi da seguire, la filosofia costruttiva non ha voluto togliere il passaggio della lettura del TOC. Chiuso il coperchio infatti, la prima pressione del tasto PLAY legge solamente il toc ma non avvia la lettura, soltanto una successiva pressione del tasto avvia la riproduzione sonora. Questa doppia selezione, vista da chi ormai è abituato alle altre elettroniche come una anomala, per me rimane una scelta filosofica che io definirei tipicamente orientale. Questione di abitudini e ritmi occidentali a cui ormai noi siamo abituati che, pur non avendo alcuna influenza sul suono, può effetivamente appare ulteriormente "strana" se andiamo a vedere ciò che offre l'apparecchio in termini di ascolto. Abbiamo voluto sottolineare la filosofia di questo lettore non solo nella forma estetica e nel suono che riproduce, ma anche in questi dettagli anche se in questo caso specifico siamo portati a capirla meno. Tuttavia Opera Audio conferma la presenza di uno switch interno che consente di far funzionare in maniera "usuale" il CDP senza la necessità di premere due volte il Play per poter ascoltare la musica.

D: Progetti futuri?

R: Ci muoviamo su tre fronti:

  1. abbiamo abbracciato la tecnologia del " nessun oversampling " del " nessun filtro digitale ", ricercando la qualità attraverso la semplicità, intuitivamente crediamo di aver afferrato cosa sia il suono naturale, senza tralasciare lo stile estetico che rappresenta uno dei tratti più caratterizzanti l'intera nostra gamma di apparecchi.
  2. Cercare di inglobare nei prodotti Consonance una più consistente cultura cinese ed energia artistica così come abbiamo iniziato a fare con la nostra linea FC, finchè la grande visione orientale e la soddisfazione musicale avranno raggiunto una via armoniosa
  3. Siamo anche interessati nella sinergia tra l'adozione della presa usb e amplificatori a singolo tubo a bassa potenza di ridotte dimensioni, per poter lavorare con ipod e sistemi mini hi-fi così come alcuni sistemi all-in-one per meglio condividere l'esperienza della riproduzione musicale coi giovani… speriamo che funzioni!
Copyright© The Opera audio Co.,Ltd
  powerby hifi-china.com